Gita fuori porta,  Lombardia,  Trekking

Trekking al Rifugio Cesare Benigni partendo da Cusio

Abbiamo pensato per tanto tempo se effettuare questo trekking o meno e, alla fine, dopo esserci molto informati, abbiamo intrapreso l’escursione. Se anche tu sei indeciso sul da farsi, se andare al rifugio Benigni o meno in particolare per la presenza del famosissimo “canalino”, ecco la nostra esperienza. Speriamo possa essere utile per organizzare al meglio la vostra gita.

Indice

Prima di partire dobbiamo dirvi

  • Partenza da: Località Sciocc (apri nelle mappe)
  • Durata: 2/ 2.30 h sola andata
  • Dislivello: 680 mt
  • Lunghezza: 5 km sola andata – 9 km complessivi
  • Difficoltà: percorso faticoso e con insidie – adatto a persone allenate e NON alle prime armi
  • Adatto ai bambini: onestamente non ci sentiamo di consigliarlo ai bambini, anche se durante il percorso abbiamo incrociato famiglie con bambini di 6/7 anni al seguito

Mappa del percorso

La partenza

La partenza del sentiero è da via Maddalena, la strada che collega Cusio ai piani dell’Avaro, in corrispondenza della località Sciocc. Non è presente un vero e proprio parcheggio: sono presenti degli spiazzi dove lasciare l’auto. Inoltre molte auto sono spesso parcheggiate ai bordi della strada.

Ricordatevi che per poter lasciare l’auto è necessario acquistare il ticket al costo di 2 euro. A circa due km dall’arrivo è presente un cartello che avvisa della necessità di acquistare il ticket; dopo circa un km è presente una macchinetta, ben segnalata, per acquistare il ticket.

Macchinetta per acquistare il ticket
Punto di partenza del sentiero

Una volta lasciata l’auto, ben chiari sono i segnali che evidenziano l’inizio del sentiero, destinazione Rifugio Benigni.

Il sentiero

Il sentiero parte subito in salita con una breve scalinata ma all’ombra degli alberi che affievoliscono la fatica. Il tratto iniziale non è per niente impegnativo, costituito prevalentemente da sali scendi, sono presenti grossi massi da scavalcare ed è necessario fare attenzione alle grosse radici degli alberi che a volte attraversano la strada ai nostri piedi.

Durante la prima ora si superano brevi e piccoli ruscelli oltre che giungere a Casera Valletto, un piccolo alpeggio dove è possibile acquistare formaggi da loro prodotti.

L’alpeggio sullo sfondo

Comincia ora un tratto più ripido, caratterizzato da gradoni e una pendenza decisamente maggiore. In ogni caso le indicazioini sono sempre ben presenti lungo tutto il percorso.

Percorso dopo il casale
Percorso dopo il casale
Percorso dopo il casale
Bivio con il sentiero 108A

A questo punto si giunge al bivio che vi permette di scegliere tra il sentiero 108 (quello tradizionale caratterizzato dal famoso “canalino”) ed il sentiero 108A (o sentiero “dei vitelli”). Noi siamo partiti con l’intenzione di salire seguendo il 108 e scendere dal 108A, evitando il canalino in discesa. 

Saremo subito chiari: a questo punto inizia la vera fatica. Il percorso si fa impegnativo, in salita costante, spesso a gradoni con grossi massi da superare. Dopo un’ora e 55 minuti eccoci al punto clou di giornata: il canalino. La salita dura circa 10 minuti (ma questo ovviamente è molto soggettivo) per poco meno di 100 mt di dislivello. Chiaramente bisogna percorrerlo con le bacchette nello zaino, appoggiandosi alle grosse rocce a mani nude e facendo molta attenzione a dove mettere i piedi. I segnali da seguire per salire in sicurezza sono molto evidenti, però mai abbassare la guardia. Noi pensavamo fosse molto più pericoloso: tutto sommato è fattibile, non ci sono tratti esposti o nei quali ci siamo sentiti in pericolo.

Una vista dal basso del “canalino”
La salita del “canalino”

Una volta terminato il canalino penserete: “evvai, ora dov’è il rifugio?”. Ecco infatti, il rifugio dista ancora 20/25 minuti ed altri 150 mt di dislivello! Questo è il tratto più duro, non mollate e seguite il sentiero, sempre ben segnalato.

E dopo due ore e trenta esatte, eccoci arrivati al rifugio Cesare Benigni.

Il rifugio

Il rifugio è molto carino, incastonato tra le montagne, piccolo, con una sessantina di posti a sedere ed una trentina di posti letto. Vicino al rifugio è presente un piccolo laghetto dove poter rinfrescarsi nelle calde giornate estive (noi non ci fideremmo a fare il bagno, però abbiamo visto una ragazza farlo!!); superato il rifugio potete proseguire per qualche minuto, raggiungere la piastra con il dettaglio delle montagne e godervi un panorama veramente meraviglioso. 

Il rifugio visto dall’alto

Dopo un attimo di riposo ci sediamo a tavola pronti a gustarci il nostro pranzo: polenta con formaggio e pasta al ragù di cervo, una fetta di torta al grano saraceno, acqua e birra mista. Il tutto per 26 euro. E, con la pancia piena, decidiamo di rientrare verso la nostra auto.

Proprio ora decidiamo di variare la strada di ritorno, seguendo il sentiero 108A – dei vitelli anziché il 108, evitando il canalino.

Sentiero 108A
Sentiero 108A
Sentiero 108A
Sentiero 108A

l sentiero è un pò più lungo, circa 20 minuti in più, tuttavia è meno battuto dagli escursionisti e ciò favorirà possibili lieti incontri…..

Onestamente noi non abbiamo molto amato la strada di ritorno: massi grossi da scavalcare, gradoni, sassi piccolini e scivolosi, sentiero stretto da percorrere in fila indiana. Non è stato il massimo, oltre che faticoso! Fortunatamente raggiungiamo presto il bivio che ci ricongiunge al 108 e, a questo punto, altra sorpresa…..

Adesso però è proprio ora di tornare a casa. Un’ora abbondante di discesa ed eccoci al parcheggio.

Considerazioni finali

Il rifugio Benigni è un’istituzione nella bergamasca. Sicuramente un’escursione da fare almeno una volta con panorami che vi lasceranno letteralmente a bocca aperta. Sarete circondati da montagne meravigliose, vallate favolose con ruscelli quasi romantici e, se sarete fortunati come noi, incontri inaspettati che rimarranno scolpiti nella vostra testa.

Tuttavia quando siamo rientrati ci siamo chiesti: rifaremmo quest’escursione? Onestamente no. E’ stata faticosa, nonostante i 680 metri di dislivello, e soprattutto comporta una costante concentrazione durante la camminata. C’è un costante timore di scivolare sui sassolini o la necessità di superare grossi sassi. Probabilmente siamo noi un pò particolari e troppo timorosi, però la montagna è bella proprio perché ognuno può fare quello che si sente, intraprendere diversi sentieri in base alle proprie preferenze senza sentirsi giudicato.

Escursione da fare, ma non da rifare!

Come sempre i dati esposti sono basati sulla nostra esperienza, sul nostro allenamento e sulle nostre capacità. Ovviamente tutto è soggettivo, prendetevi il tempo che vi serve per gustarvi l’escursione, “senza fretta di arrivare”, siate prudenti, sempre ben attrezzati e, sopratutto, sempre prestando la massima attenzione! E ricordatevi: abbiate sempre cura e rispetto della natura.

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